Scendiamo tutti all'inferno con Dante

Benvenuti all'appuntamento con la rubrica inviti alla lettura.

Un uomo perso in una foresta oscura, circondato da bestie pericolose. Spinto ad andare avanti dall'amore per una donna meravigliosa; quando tutto sembra perduto arriva un mago per guidarlo in un viaggio ardito e intrigante. Incontrerà persone a lui note e personalità famose del suo tempo. Assisterà a scene orribili che lo aiuteranno a raggiungere la saggezza. Ogni incontro e avventura narrati in questo nostro poema del quattordicesimo secolo sono storie affascinanti, degne di un ottimo fantasy moderno.


In questa serie di articoli che ho dedicato alle grandi opere che hanno fatto la storia della letteratura non poteva mancare la nostra Divina Commedia. Un'opera che ormai appartiene al panorama letterario mondiale e anche se noi italiani ne siamo gelosi, oggi viene studiata e letta in tutto il mondo. Questo articolo non ha l'obiettivo di dare una descrizione dettagliata di ogni aspetto dell'opera. Per quello ci vorrebbe un sito internet dedicato, in Italia abbiamo associazioni e studiosi che dedicano tutta la loro vita ad approfondire il lavoro di Dante e vi rimando a loro se aveste la necessità di raccogliere informazioni approfondite sull'opera. C'è il Centro Dantesco dei frati minori conventuali di Ravenna, l'associazione Il Cammino di Dante o l'associazione culturale Amici di Dante in Casentino e la famosa Società di Dante Alighieri con lo scopo di promuovere, difendere e diffondere l'uso della lingua italiana.


Cito questo consiglio di Samuel Johnson che credo possa essere valido per i lettori odierni dell'opera dantesca: “ogni volta che vi approcciate ad un grande scrittore ignorate tutto il materiale critico, i nomi che non conoscete, le allusioni che non capite e lasciatevi incantare dalla bellezza della novella. Solo quando sarete diventati degli studiosi potrete riempire il gap nella vostra conoscenza.”

L'inferno è la prima di tre parti dell'opera di Dante originariamente chiamata Commedia, il suo è un lavoro titanico, infatti tutti sappiamo che dopo l'inferno ci sono il purgatorio e il paradiso che ci porta al lieto fine. Il nostro Boccaccio probabilmente per prevenire cattive interpretazioni alla serietà del lavoro di Dante ha aggiunto l'aggettivo Divina. Nel 1555 verrà pubblicata la prima edizione con il titolo Divina Commedia.

La visone dell'aldilà di Dante ha radici nel pensiero Aristotelico e nella teologia cattolica ma i lettori di altri credi (o che non hanno credo) troveranno il poema competente anche a livello psicologico e estetico.



L'invenzione immaginaria del contrappasso come una sorta di giustizia poetica, una punizione che si collega al crimine commesso, dimostra tutto l'ingegno dell'autore. Per esempio i ladri che in vita non hanno voluto distinguere tra mio e tuo corrono nudi con le mani legate tra i serpenti e perdono continuamente la loro forma umana per acquisire quella dei rettili in un ciclo continuo di trasformazione.



La finzione del poema sta nella non finzione. Come sostiene Hollander è il personaggio principale, lo stesso Dante, a raccontarci del suo viaggio fatto attraverso l'inferno. Lui sa che i lettori possono trarre insegnamenti da questa suo esperienza e si sforza di raccontarcela. L'autore Dante che ha scritto fino a quel momento principalmente in latino, desidera che tutti possano comprendere il poema, inizia la scrittura in volgare considerata fino a quel momento una lingua di serie b senza nessun prestigio culturale; iniziativa che gli attirò critiche da parte dei classicisti e degli intellettuali conservatori dell'epoca.

L'inferno dantesco è famoso e spesso ne è stata fatta una parodia: nove cerchi concentrici che rappresentano i nove peccati più esecrabili. Andiamo dal buoni vicini del Limbo dove vivono persone virtuose che non hanno conosciuto Cristo in vita, ai peccatori carnali che hanno sottomesso la razionalità agli impulsi sessuali. Incontriamo Ulisse, consigliere di frode, condannato ad essere avvolto nelle fiamme per avere ordito l'inganno del cavallo di Troia e per aver costretto Achille a partecipare alla guerra e nel penultimo canto il personaggio più incredibile di tutti, il conte Ugolino obbligato a mangiare il cervello dell'arcivescovo Ruggieri e ci racconta la sua terribile storia.



Dante e la sua guida Virgilio al termine del loro viaggio strisciano nella terra e incontrano Satana stesso con tre teste e ghiacciato. Emergeranno da questa oscurità felici di rivedere le stelle. E qui termina la prima parte della Commedia dedicata al viaggio infernale. D'ora in avanti il viaggio continuerà nel paradiso e nel purgatorio.

Sono state pubblicate centinaia di opere che si ispirano direttamente o indirettamente all'universo dantesco. Se restiamo in Italia posso citare la saga fantasy di Livio Gambarini Eternal War, o La selva oscura di Francesco Fioretti. Se invece ci rivolgiamo ad autori esteri c'è il famoso Inferno di Dan Brown o di Glenn Cooper c'è Dannati.

Se avete letto altre opere ispirate a Dante e alla sua Commedia, fatemi sapere nei commenti. Buona lettura e alla prossima.

Alice Tonini

Commenti

  1. Interessante aver suggerito di guardare alla Divina Commedia come a un fantasy medioevale!

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