Reliquie e fantascienza: quando Leibowiz incontrò i viaggi nello spazio.

 Oggi riprendo un tema già trattato in parte lo scorso post: le reliquie in narrativa. 

  L'uso delle reliquie in narrativa è molto diffuso,  esistono interi romanzi vecchi e nuovi costruiti attorno al ritrovamento di reliquie sacre. Senza andare troppo lontano nel tempo un esempio è Il codice da Vinci di Dan Brown del 2003, romanzo molto conosciuto e diventato fenomeno mediatico grazie ai temi trattati e al film.

Tra le opere di fantascienza e fantasy l'opera più conosciuta dedicata al tema è il libro unico di Walter Miller: Un cantico per Leibowitz uscito negli urania per la Mondadori nel 1964. È considerato senza dubbi un classico e nel 1961 ha vinto il premio Hugo come miglior romanzo. 


Pubblicato per la prima volta nel 1959 è basato su tre racconti brevi ambientati in una terra post apocalittica dove ogni conoscenza è andata perduta. I custodi della scienza così come la intendiamo oggi sono i monaci di San Leibowitz e il libro segue passo passo i loro sforzi per salvare l'umanità da sé stessa preservando le sacre reliquie: libri. È un opera complessa con infiniti riferimenti alla filosofia, alla mistica e alla fisica. C'è comunque la possibilità di saltare le parti più complesse per seguire solo la storia dei monaci. 


 Tutta la vicenda del romanzo ruota attorno ai memorabilia di San Leibowitz custoditi in un monastero disperso nel deserto ma cosa sono le reliquie e perché nei secoli sono state così importanti. 

Per reliquia viene inteso la salma, o una parte di essa, di un santo o di un beato o di una persona famosa ( come l'unghia del piede di Elvis Presley). Sono riconosciute da quasi tutte le religioni più importanti: esiste un tempio con un dente del Buddha e una moschea con un pelo della barba del Profeta. Nella basilica di Santa Sofia è in mostra il bastone di Mosè sacro agli ebrei. 

Mutande di Elvis
Nella prima parte del libro le reliquie protagoniste vengono ritrovate accidentalmente ma nella realtà c'era un fiorente mercato dedicato alla compravendita di oggetti forse sacri.  

Nel medioevo era credenza popolare che bastasse toccare i resti di un santo per guarire da qualsiasi malattia, per questo fino al 1215 c'erano centinaia di trafficanti e falsificatori. Fu solo con il IV concilio lateranense che divenne obbligatorio il certificato di autenticità. 


Ancora nel 1543 Calvino nel suo Trattato delle reliquie lamenta del fiorente commercio di reliquie false  come le impronte delle natiche di Gesù -sarebbero a Remis, dietro un altare - e denuncia la presenza di santi con tre o quattro corpi diversi. Ad esempio San Valentino patrono degli innamorati ha ben tre teste.

In Un cantico per Leibowitz l'autore sfrutta l'elemento delle reliquie per la loro capacità di conservare e trasmettere la conoscenza alle generazioni future. Con le conseguenze catastrofiche di cui racconta. Nella realtà le reliquie erano apprezzate anche per il carattere sacro e non solo per le proprietà guaritrici, non erano solo commerciate ma anche rubate. Nota è la vicenda del corpo mummificato di Santa Lucia a Venezia che venne trafugato quattro volte, l'ultima nel 1984. 

Capelli di Maradona

Dal  dicembre 2017 il Vaticano ha stabilito che è proibita la compravendita di reliquie ma è permessa la donazione che deve essere approvata dal vescovo e l'esposizione può avvenire solo in ambienti ecclesiali o con autorizzazione scritta che stabilisce la conformità e la sicurezza dell'ambiente.

Buona lettura a tutti e alla prossima.

Alice Tonini 

Nb. Come già detto questo articolo tratta di curiosità storiche e letterarie. Non mi occupo del significato religioso. La religione è personale e in questo blog non viene trattata. 

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