Imbarchiamoci con Ulisse e partiamo per l'Odissea

Eccoci con un nuovo invito alla lettura

Da più di 2500 anni le persone la considerano una grande storia. Prima coloro che la ascoltavano quando veniva recitata dagli aedi e già conoscevano i fatti cui faceva riferimento, poi più tardi nei secoli, i fatti storici sono andati dimenticati ma i lettori hanno continuato a leggerla.


Ulisse vi aspetta per imbarcarvi come mozzi, qualcuno deve pulire quel ponte.


Prima che Omero – anche se sappiamo che probabilmente non è mai esistito nessun Omero- assemblasse la versione che tutti conosciamo, il ciclo di storie era già conosciuto e recitato oralmente dai bardi portatori della prima tradizione epica orale greca, sostituiti nel tempo dagli aedi, ritenuti profeti sacri in grado di dare voce alle muse. Infatti l'aedo dell'Odissea invita le muse ad ispirarlo nella narrazione e poi a diffondere questo racconto in ogni luogo ad esse gradito.

L'uomo ricco d'astuzie raccontami, o Musa, che a lungo

errò dopo ch'ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;......

Voi potete vantarvi di poter parlare con le muse?


La riga di apertura annuncia che questo poema è la storia di un uomo “andra” che è “polytropos” letteralmente “polys” molto e dal verbo “trepein” girare. La parola può essere tradotta come tutte le seguenti: intelligente, pieno di risorse, versatile, ingegnoso, invincibile. Forse l'equivalente migliore che abbiamo oggi è James Bond.


Come una moderna rock star il nostro Odisseo nasconde le sue apparenze fino al libro 5, lasciando suo figlio Telemaco ad aspettarlo. Se volete nella lettura iniziale potete saltare o posporre i libri dall'1 al 4 chiamati Telemachia dove Telemaco aiutato dalla dea Atena viaggia per cercare persone che possano avere notizie del suo padre perduto.

Andate direttamente al libro 5 fino al 12 e incontrate mr polytropos stesso imbarcato nei suoi viaggi. Per anni Odisseo è stato tenuto sull'isola Ogigia dalla bellissima e immortale Calypso che era innamorata di lui. Non una brutta vita direte ma dopo tutto questo tempo lui desidera tornare a Itaca, il suo regno. E' stato via per vent'anni: dieci anni a combattere a Troia, tre anni per mare e sette su Ogigia. Nonostante l'attrattiva di una vita con la bella ninfa dea del mare e il vantaggio non indifferente dell'immortalità che lei gli offre lui ora brama di tornare da Penelope, la moglie fedele che si è lasciato dietro le spalle.



Con aiuto mortale e immortale Odisseo arriva all'isola di Scheria dove si trovano i Feaci che aiuteranno in nostro eroe a ritornare in patria. Il racconto della sua permanenza qui è seguito dalla splendida narrazione delle persone, dei luoghi e delle peripezie che affronta spostandosi per mare da un'isola all'altra come i ciclopi, circe, le sirene, scilla e cariddi, l'isola del dio dei venti e il mondo sotterraneo.

Quello che resta nei libri dal 13 al 23 racconta dell'arrivo a casa, il travestimento come mendicante, la riunione con il figlio, la sconfitta dei proci e l'incontro con la moglie Peneolpe.

La gestione della psicologia di Penelope, il modo in cui lei abilmente mette alla prova quest'uomo astuto, è magnifica (l'acuta osservazione di Penelope e anche della giovane principessa Nausicaa dei Feaci ha portato alcuni a ipotizzare che l'autore possa essere una donna) ma a noi non importa il sesso dell'autore che è un mistero insolvibile. 

L'ultimo libro, il 23, è un dolce canto sull'amore maturo di un uomo e una donna non più giovani. Tema caro all'autore che già aveva affrontato l'argomento sull'isola dei Feaci con le parole sul matrimonio che Ulisse offre alla giovane Nausicaa:

A te tanti doni facciano i numi, quanti in cuore desideri,

marito, casa ti diano, e la concordia gloriosa a compagna; niente è più bello, più prezioso di questo,

quando con un'anima sola dirigono la casa l'uomo e la donna: molta rabbia ai maligni, ma per gli amici è gioia, e loro han fama splendida.



Leggere l'Odissea prepara per molta altra letteratura occidentale che nei secoli ha tratto ispirazione. Iniziamo da Constantine Cavafy con il suo poema meraviglioso Ithaka che su youtube si trova in una versione letta da Sean Connery; continuiamo con il canto 26 dell'Inferno di Dante per uno sguardo alla fine del nostro avventuriero greco che Dante spedisce nel girone dei consiglieri fraudolenti, assieme al compagno Diomede, condannato a bruciare tra lingue di fuoco. Diamo un'occhiata alle opere del poeta caraibico Derek Walcott e al suo poema epico Omero del 1990, premiato con il nobel per la letteratura o il romanzo breve del 2005 Il canto di Penelope di Margaret Atwood. E fatto tutto ciò pianificate il giorno che andrete nella Dublino del ventesimo secolo con sotto braccio l'Ulisse di James Joyce, pietra miliare nella genesi del romanzo moderno.

Buona lettura a tutti e alla prossima!

Alice Tonini


Commenti

  1. Bella questa idea di riproporre al lettore l'Odissea, conosciuta solo in ambito scolastico e televisivo da parte mia. A quanto dici potrebbe portare a interessanti riscoperte.

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