Il noir di Goodis

Parlo di molti argomenti legati al mondo della lettura e della scrittura. Non ci siamo mai fatti mancare nulla: dagli incontri con l'autore alle recensioni di nuove scoperte e vecchie perle dell'universo letterario. Magari opere trascurate o autori persi nella memoria in qualche ripostiglio o cantina polverosa.

Questo è il caso del libro di cui parlo oggi e che mi ha tenuto compagnia settimana scorsa. Mi ha dato molti spunti interessanti.
C'è del marcio in Vernon Street del tormentato David Goodis. Uscito nel 1953 e pubblicato in Italia dalla Mondadori nella serie degli anni '60 dedicata al noir d'autore.


Nell'oscurità afosa della notte di luglio, la bestia aspettò il nemico per più di mezz'ora. Quando stanco di aspettare, se andò, impresse l'orma delle zampe nel sangue essiccato della ragazza che era morta in quel vicolo circa sette mesi prima.

L'autore originario degli Stati Uniti, venuto a mancare nel lontano 1967, ci ha lasciato con numerose ed egregie opere, gialli avvincenti che vale sicuramente la pena leggere.
Questa volta però ci troviamo davanti ad un'opera diversa, accolta dal pubblico in modo freddo e anche oggi non manca di ricevere critiche perché scritta con uno stile anomalo rispetto a quello cui Goodis ha abituato il suo pubblico.


Secondo me siamo tutti un po'anormali, in un modo o nell'altro.  Non esiste uomo che non abbia qualche suo problema. 

Quando ti capitano libri "vecchi" come questo tra le mani è sempre difficile fare una valutazione onesta. Giudicare trama, personaggi e ambientazione per consigliare o meno la lettura ed indicare cosa aspettarsi in questo caso è stato complesso.

Lo stile essenziale della scrittura con un lavoro sulla parte simbolica ridotto all'osso. L'ambientazione cupa che diventa crudele protagonista della trama. Sono elementi che è facile trovare anche in altre opere dello stesso periodo e dello stesso genere.

Diventa troppo meraviglioso. Diventa talmente meraviglioso da dare l'angoscia.

Quello che più colpisce sono i personaggi crudi e diretti in un mondo dove non ci sono buoni o cattivi. Il protagonista mastica pane e cattiveria per tutto il libro, fumando sigarette e rabbia in ogni pagina. È un opera dove le emozioni tornano ad essere primitive, portate al lettore in modo diretto con dialoghi essenziali al limite dello stereotipo holliwoodiano.
È un hard boiled. È un giallo. È una storia d'amore. Ma principalmente è la storia di un riscatto mancato. Di un efferato omicidio di cui tutti sono responsabili. Di un amore che non avrebbe mai dovuto nascere.
Una lettura creata per lasciare il lettore turbato, smarrito tra i bassifondi dove sopravvivono a stento gli ultimi degli ultimi.

Lei era una ragazza pulita. E io sono un uomo sporco, di uno sporco che non se ne va lavandosi perché è dentro.

Se lo confrontiamo con altri del suo genere si tratta di un libro discreto. C'è di meglio ma ce ne sono decisamente di peggiori (...tanto...).
Confrontato con altri dello stesso autore purtroppo perde qualche punto. Tra i lavori di Goodis ce ne sono alcuni decisamente ad un un'altro livello ( vedi Non sparate sul pianista o Via senza ritorno).



Il libro ha ispirato un film: Lo specchio del desiderio, uscito nel 1983. Purtroppo io non l'ho trovato. Mi sarebbe piaciuto vederlo per raccontarvi della prestazione di un giovanissimo Gerard Depardieu all'epoca già alle prese con problemi di alcol. Anche la regia di Beineix mi incuriosiva.

Voi l'avete visto? Avete mai letto un libro di Goodis? Fatemi sapere cosa ne pensate e se c'è qualche opera o autore di cui vorreste parlare.

Buona lettura!

Non te la prendere. Qui da noi ogni gatto ha il suo vicolo.

Alice

Commenti

  1. Bellissima recensione! Completa, anche.
    Purtroppo io non leggo quasi più ma ora sono molto curiosa e tentata da questa lettura.

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