Il mistero di Gutenberg

   Dopo la pausa di qualche settimana finalmente possiamo ripartire alla grande anche in questo 2021.

   I progetti e gli argomenti di cui parlare sono tantissimi, in questi mesi ho approfondito temi, tecniche e conosciuto persone cui devo tanto e ovviamente abbiamo materiale per parlare di libri, letteratura e mistero in abbondanza.


Spoiler: contenuti interessanti non mancherannno. Stay tuned!👍


Per festeggiare virtualmente questa ripartenza oggi parliamo di alcuni punti oscuri nella nascita della stampa in Europa e della vita del suo inventore.

Un personaggio tra i più importanti e misteriosi della storia della nostra cultura occidentale la cui opera ha cambiato completamente il mondo medievale: Johannes Gutenberg l'inventore della stampa a caratteri mobili in metallo.


Una copia della Bibbia di Gutenberg

La stampa a caratteri mobili era già diffusa in Europa dal 1300 soprattutto nel tessile e dal 1400 veniva usava per riprodurre disegni e testi in copia unica le cui matrici erano particolarmente costose. La tecnologia dell'epoca non permetteva ancora la riproduzione veloce in serie di più copie dello stesso testo, i libri erano copiati a mano. I caratteri in terracotta utilizzati in oriente erano fragili e deperivano in breve tempo, non potevano essere utilizzati a lungo. Fino al 1400 i libri erano pochi e molto cari, destinati principalmente ad un pubblico d'elite.

Per questo motivo l'arte della stampa introdotta da Gutenberg è rivoluzionaria, porta alla nostra civiltà europea i caratteri mobili in metallo che permettono la stampa in serie di un maggior numero di copie più velocemente e abbatte i costi di produzione.


Sappiamo che Johannes Gutenberg è nato a Magonza ma non quando. Di lui non ci sono firme, lettere, ritratti contemporanei e non c'è certezza nemmeno sul fatto che possa davvero aver creato qualcosa anche se tutte le prove storiche riguardo l'invenzione della stampa moderna ci portano a lui. Come data simbolica per la nascita dell'inventore è stato preso il 1400.

Sappiamo che apparteneva al ceto medio borghese, la sua famiglia era dedita alla lavorazione del metallo e delle monete ma non abbiamo certezze riguardo la sua educazione. Nel 1429 viene esiliato da Magonza per motivi politici e svanisce nel nulla per anni.

Lo ritroviamo a Strasburgo nel 1434 impegnato in una attività di produzione di reliquie per pellegrini.

Nel 1439 Gutenberg trova finanziatori per una sua impresa in cui tutte le parti coinvolte sono tenute al massimo riserbo. Altro mistero. Nessuno sa a cosa sta lavorando e come. Da alcuni documenti processuali sappiamo che è coinvolta una pressa “diversa” e dei caratteri tipografici.

Si tratta di una stamperia componibile avanzata?

Purtroppo non esistono documenti che lo certificano. Ad oggi non è stato ritrovato neppure un pezzo di carta stampato da Gutenberg nella città di Strasburgo.

Questo fa morire il falso storico della città di Strasburgo che sostiene di essere la città natale della stampa moderna.

L'inventore scompare di nuovo. Se ne va da Strasburgo alla fine del processo per ricomparire nel 1448 a Magonza con la sua prima stamperia finanziata da Johannes Fust.

Tra il 1450 e il 1454 finalmente abbiamo le prime stampe del suo laboratorio, si tratta di Donati o Donatus (libri di grammatica latina) di cui restano solo pochi frammenti che oggi hanno un valore inestimabile.

La sua stampa più conosciuta è la bibbia di Gutenberg chiamata b42 o bibbia a 42 linee, viene considerata il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili. Si ipotizza che vennero stampate 180 copie della bibbia di Gutenberg e la lavorazione durò 3 anni -si ipotizzano 232.000 passaggi sotto la pressa-. La qualità della stampa era altissima e l'opera all'epoca ha avuto un successo enorme. Oggi il valore di un esemplare completo si aggira attorno ai 10 milioni di dollari.

Gutenberg non ha lasciato alcuno scritto dove spiega i dettagli della sua arte. Conosciamo la forma e la grandezza dei caratteri mobili grazie a degli errori di stampa dai quali possiamo desumere come lavorasse e con quale attrezzatura.

Nel 1461 le sue pubblicazioni scompaiono; probabilmente a causa dell'età avanzata si dedica solo all'insegnamento. Non sappiamo nulla di come abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita.

Li ha passati in miseria o è riuscito a godersi la gloria della sua invenzione?

Molto probabile non se la passò particolarmente bene.

Le ultime notizie certe che abbiamo di lui ci dicono che visse in un ostello per poveri e il vescovo di Magonza gli assegna una piccola pensione. Nel 1468 muore, il cimitero dove fu sepolto oggi non esiste più perché andato distrutto secoli fa a causa della costruzione di una chiesa.



Era questo l'aspetto di Gutenberg?


Un uomo intelligente, un inventore preparato, un buon amministratore sfortunato e soprattutto un personaggio storico di cui non sappiamo quasi nulla ma che ha cambiato il mondo. Da solo ha inventato un intero processo industriale.


Di lui ha scritto un romanzo Blake Morrison.

Poeta, giornalista oltre che scrittore Morrison nasce nel 1950 in Inghilterra e per la Longanesi pubblica La confessione di Gutenberg nel 2000.

L'opera scritta sotto forma di memoriale ripercorre le tappe più importanti della vita dell'inventore raccontate da lui in prima persona. Un'opera in generale scorrevole e interessante soprattutto nei passaggi più tecnici dove viene mostrato l'impegno e la dedizione di Gutenberg per la sua arte. L'inventore che emerge dall'opera è una figura complessa e contraddittoria ma proprio per questo molto reale. A mio parere punto debole è il finto linguaggio arcaico ispirato all'epoca che appesantisce alcuni passaggi e abbassa l'attenzione del lettore. Il romanzo sarebbe risultato ugualmente credibile anche senza l'uso di quell'espediente, anzi probabilmente ne avrebbe guadagnato in scorrevolezza.  




Con le parole che Blake Morrison fa dire a Gutenberg concludiamo il post di oggi.


“Ho capelli sulla testa che si diradano, ma niente barba. Ho la pelle bianca come pergamena ma meno dura. Ho superato la sessantina, uno dei pochi da queste parti, a essere vissuto tanto a lungo. Ho la vista debole e sto peggiorando. Non ho paura della morte. Ciò di cui ho paura è che la morte cancelli quello che ho fatto.”


Alice Tonini

Commenti

  1. Sono molto contenta che tu abbia ripreso a pubblicare! Grazie delle sempre "buone idee".

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