Facciamo un viaggio in Giappone alla scoperta della storia di Genji

La rubrica degli inviti alla lettura torna anche questo mese con una nuova opera dai profumi esotici.

 E' estate, tempo di viaggi, oggi ci spostiamo in oriente alla scoperta di un'opera che sono certa molti di voi non conosceranno.


Nel 1010 d.C. l'imperatore Guglielmo I, duca di Normandia, detto anche il conquistatore invade l'Inghilterra, nello stesso periodo un'autrice lontanissima da quegli eventi stava per completare un romanzo oggi considerato punto di riferimento mondiale della letteratura orientale. 

Il romanzo era lunghissimo, il libro era circa due volte più spesso di una opera moderna come Guerra e pace, capolavoro considerato all'unanimità un malloppone. L'opera diventò subito ampiamente popolare. Già un secolo dopo la morte dell'autrice, in Giappone, La storia di Genji era considerato un classico. Novecento anni dopo quando Arthur Waley produsse il primo volume della sua traduzione, la folla di lettori si gonfiò e di Murasaki comparve una recensione su Vogue firmata dalla sua ammiratrice Virginia Woolf.



L'autrice di una simile opera incredibilmente era una donna oggi ricordata come “Lady Murasaki” o nome completo Murasaki Shikibu. Come i suoi personaggi femminili, lei non ebbe un proprio nome reale: "Shikibu” si riferisce ad uno dei titoli onorifici del padre, e “Murasaki” letteralmente è un fiore usato per fare un colorante viola e fu il nome della sua protagonista femminile che l'autrice si utilizzò durante tutta la sua vita. Di lei sappiamo che fu anche poetessa e che servì come dama di corte l'imperatrice giapponese in epoca Heian. Si suppone fosse figlia di un maestro cerimoniere estremamente influente che le riservò una educazione erudita che comprendeva conoscenze riservate tradizionalmente solo ai figli maschi. Fu una donna privilegiata, con una personalità forte che le permise di accedere ad ambienti per soli uomini.

La prospettiva di leggere La storia di Genji può scoraggiare. Già solo la sua lunghezza lo rende un lavoro per persone con molto tempo libero o con la pazienza di affrontare una lettura protratta nel tempo, o entrambe le cose. - In caso vi stanchiate datevi la licenza provvisoria di chiudere la lettura con la morte di Genji; l'ultimo terzo si dice sia stato scritto dalla figlia di Murasaki.-


Il mondo che raffigura è lontano anni luce dal nostro. Le cerimonie di corte, i rapporti tra le persone, gli ambienti dove abitavano sono a noi totalmente alieni. Fortunatamente alcune versioni moderne danno sempre una introduzione adeguata che aiuta la comprensione, riportano disegni deliziosi, una cronologia dettagliata e riferimenti per i quasi ottocento poemi, un glossario che racconta, ad esempio, le posizioni dei gomiti che erano prescritte dai rituali e una guida separata alla miriade di costumi utilizzati.

Il filo lineare della vita di Genji è un modello audace nel variegato mondo che ci viene narrato, e le molte donne che navigano l'opera aggiungono fiammate di intrigo e passione che rendono tutto più vivace. Le parole di apertura Durante il regno di un certo Sovrano, non so bene quale, ... annunciano il racconto di una storia del passato, di un centinaio di anni prima della nascita dell'autrice. Il bambino che verrà conosciuto con il nome di Genji nasce dall'imperatore, si pensa da una delle sue consorti favorite. Il ragazzo è esteticamente molto bello e con il passare degli anni anche la sua personalità si dimostra essere attraente. Ma a volte si comporta in modo egoista, si rattrista, in fondo lui non è Mr Darcy, e lungo il romanzo vengono evocati di frequente gli otto principi buddisti che il protagonista deve sforzarsi di incarnare come quelli del corretto agire o della corretta consapevolezza. Il suo mondo brulica di rivali e complotti, le donne non fanno eccezione, sfruttate come uteri in affitto sono profondamente coinvolte nell'avanzamento della loro prole sulla scala del potere.



La madre di Genji muore quando lui ha tre anni. Il protagonista passerà gran parte della sua vita cercando di mantenere la sua posizione privilegiata ed evocando l'immagine della madre perduta nelle altre donne. Si sposerà molte volte come si conviene al suo alto rango (incluso un matrimonio disastroso con la figlia di un suo mezzo fratello). E' Murasaki, una giovane ragazza orfana che somiglia alla madre, che lo ossessiona (in questa cultura l'amore romantico non è considerato ideale). Quando un temporale permette al figlio di Genji avuto da un'altra donna uno scorcio proibito di Murasaki, lui immediatamente la paragona ad una “adorabile montagna di fiori di ciliegio fioriti in modo perfetto.” ( In questo mondo era tabù per una donna di stato elevato essere vista da un uomo fuori dalla sua famiglia, ma potevano capitare incidenti più o meno graditi). Quando Murasaki si ammala fa produrre centinaia di copie dell'importante Lotus Sutra prima di morire. A causa della sua morte Genji si ritira dal mondo.

In quel lontano passato gli uomini giapponesi educati scrivevano nella prestigiosa lingua cinese, il giapponese era considerato una lingua privata, riservata all'uso domestico e alle donne. Quest'autrice prese la sua disprezzata lingua madre, costruì un pezzo di letteratura e tra tante donne dimenticate si diede un nome che è entrato nella storia della letteratura.

Buona lettura e alla prossima.

Alice Tonini


Commenti

  1. Effettivamente non lo conoscevo proprio, come sempre grazie per averlo portato alla nostra attenzione. Mi piacerebbe leggerlo ma non lo farò mai (nemmeno guerra e pace ho mai finito). Farò però qualche ricerca dell'autrice. Grazie, al prossimo post!

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