Il manoscritto di Voynich: venite a scoprire il libro più misterioso al mondo

 

Oggi cari lettori per la nostra rubrica a tema horror parliamo di un libro misterioso, probabilmente uno dei più misteriosi conosciuti fino ad oggi: Il Manoscritto di Voynic


Questo misterioso volume che compare negli annali della storia nel 1500 e prende il nome dal mercante d'arte che l'ha ritrovato, tale Wilfrid Voynich. Si tratta di un mercante di libri rari di origini polacche che lo acquistò nel 1912 dal collegio gesuita di Frascati in occasione di una vendita di manoscritti rari per una raccolta fondi.

Si tratta di un codice manoscritto che risale al XV secolo, datato al radiocarbonio tra il 1404 e il 1438 e il mistero circonda principalmente la scrittura che ad oggi è stata solo ipoteticamente identificata e nelle immagini delle piante che non sono riconducibili ad alcun vegetale noto. Si ipotizza che l'autore o gli autori non avessero reale esperienza di botanica ma si basassero sulle descrizioni sommarie fatte da altri. Ma non è tutto qui.


Il libro fu venduto da Voynich ad Hans P. Kraus. Oggi è conservato presso la biblioteca di Beinecke, sezione libri rari dell'università di Yale, numero inventario Ms 408 (comunque se volete darci una occhiata è scaricabile anche on line).

All'interno del libro fu rinvenuta una lettera del rettore dell'università di Praga Jan Marek Marci con la quale inviava il libro a Roma presso l'amico poligrafo Athanasius Kircher perchè fosse decifrato. Ovviamente il mistero si infittisce perchè le ricerche indicano che Marci ricevette il libro da un non ben noto alchimista di nome Georg Baresch che lo aveva ricevuto in precedenza dall'imperatore Rodolfo II che l'aveva acquistato per una cifra astronomica (600  ducati), perchè spacciato per opera di Ruggero Bacone, dal mago John Dee e dal truffatore Edward Kelley. Ma se la datazione è ormai certa, l'identità dell'autore è a oggi sconosciuta.



Non mi perderò troppo in tecnicismi e misure, sappiate solo che è scritto su pergamena ed è di piccole dimensioni, 16x 22 cm. Il manoscritto originale era di 116 fogli divisi in 20 fascicoli ma 14 fogli mancano, in più alcuni fogli sono più grandi rispetto agli altri e contano la grandezza di due pagine. Ci sono decine di disegni che suggeriscono il tema medico dello scritto. Si suppone che si tratti di un almanacco di medicina medievale: le erbe, l'alchimia e le terme erano parti importanti delle pratiche mediche del tempo.

In molti hanno tentato l'impresa di studiare la lingua sconosciuta del manoscritto. Il primo fu Willam Newbold che nel 1921 pubblicò un articolo in cui proponeva un elaborato procedimento con cui secondo lui si poteva tradurre il testo. Si sono succeduti poi studiosi su studiosi. Negli anni quaranta ci furono dei crittografi, poi un team di ricercatori universitari costruito ad hoc, poi un docente di filosofia e nel 1978 un filologo dilettante. Negli anni '80 un fisico lo attribuì ai Catari anche se non esiste nessuna prova a sostegno di questa tesi.



L'unico che sembrerebbe essersi avvicinato a una probabile traduzione è William Ralph Bennet che applicando la casistica e lo studio della grafia ha stabilito che il libro non presenta cancellature, errori ortografici o esitazioni ma ripete gli stessi grafemi più e più volte in sequenza. Non esiste ancora una decifrazione ma sono state riconosciute 19-28 lettere che non hanno legami con gli alfabeti conosciuti, in più ipotizza che sia stato scritto da più persone.

Le ultime teorie degli anni 2020 circa sostengono che non si tratta di un testo cifrato ma di una lingua morta, un dialetto turco o armeno andato perduto e scritto con una traslitterazione fonetica. Secondo Gerard Chesire l'opera è scritta in un idioma proto-romanzo e non è da attribuire ad alcun medico o alchimista ma a delle monache domenicane che la realizzarono per Maria di Castiglia e che si tratta di una enciclopedia illustrata con rimedi erboristici, terapie, letture astrologiche e credenze varie dell'epoca. Questa teoria è stata subito messa in discussione dagli studiosi di filologia che sostengono che le lingue protoromanze non esistano.



Gli articoli e gli studi si moltiplicano, le ipotesi nascono come funghi e le smentite si susseguono l'una dopo l'altra alimentando il mito del manoscritto più misterioso del mondo e moltiplicando ipotesi e interpretazioni.

Si tratta di un falso creato per ingannare Rodolfo II? Di una antica lingua dimenticata? O forse di un esperimento filosofico-alchemico? E' uno scherzo architettato da qualche burlone o un manuale di ricette esoteriche? Forse è stato realizzato con un sistema di matrici per tracciare le parole e le lettere?

Oggi non abbiamo ancora nessuna risposta e il mistero si infittisce. Forse un giorno saremo davvero in grado di decifrare il manoscritto di Voynic ma per ora possiamo solo divertirci a fare ipotesi sul probabile contenuto.

Carissimi lettori anche per oggi è tutto. Come sempre vi invito a trascorrere il tempo in compagnia di un buon libro del vostro genere preferito e a divertirvi davanti ad un buon film.

Buona lettura e alla prossima.

Alice Tonini

Commenti

  1. Bellissima questa cosa! Sicuramente si trata di un libro di poesie o diario "segreto", adolescenziale, con fantastiche immagini stramoderne.

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